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Ceramica italiana: vendite in leggera crescita nel 2022, ma preoccupano gli aumenti dei costi
martedì 20 dicembre 2022
Il 2022 dell’industria italiana delle piastrelle di ceramica si chiude con una leggera crescita nel volume di vendite rispetto al 2021. Il preconsuntivo elaborato da Prometeia e presentato ieri, infatti, parla di una crescita dello 0,7% con volumi di vendite intorno ai 458 milioni di metri quadrati. Sostanzialmente stabile il dato sulle esportazioni (+0,2%), mentre più significativa è la crescita delle vendite sul mercato domestico (+2,6%). Per quanto riguarda il mercato estero: l’area del Golfo e il Far East hanno registrato un rialzo; stabili le vendite in Europa Occidentale, Balcani ed America Latina; in calo i mercati di Europa orientale e NAFTA. La produzione è stimata in crescita del 3%, ma nella nota di Confindustria Ceramica viene specificato che “le forti oscillazioni della domanda e dei costi produttivi registrati nel corso dell’anno richiedono una particolare attenzione nel valutare il dato di preconsuntivo della produzione”.
“L’andamento della domanda, soprattutto nella prima parte dell’anno, ci consentirà di chiudere i bilanci con una crescita nei fatturati – dichiara il presidente di Confindustria Ceramica, Giovanni Savorani (in foto) - ma non possiamo assolutamente rallegrarci. L’impressionante aumento nei costi di tutti i fattori produttivi, a partire dal gas naturale, sta mettendo a dura prova la competitività presente e futura delle nostre imprese”. Proprio in merito all’aumento del costo del gas, Savorani ha aggiunto: “In questo panorama eccezionale, segnato dalla guerra, da forti sbilanciamenti sui mercati, da scelte politiche di indipendenza dal gas russo, l’assenza di una chiara politica energetica europea ha lasciato il campo a interventi disallineati dei singoli Stati membri, che introdurranno gravi squilibri competitivi all’interno dell’industria europea. E poiché il costo del gas non è cresciuto in tutto il mondo come in Europa, si è anche allargato il differenziale competitivo delle nostre industrie rispetto a quelle extra europee”. “Diamo un giudizio positivo ai crediti di imposta su gas ed energia elettrica varati dai Governi Draghi e Meloni – spiega Savorani -, ma questa crisi energetica ha bisogno anche di misure strutturali. La più importante è per noi la previsione di usare una quota crescente di metano nazionale per destinarlo ai settori gasivori. Questo sarebbe in grado di ridurre da subito le emissioni di CO2 legate all’import di gas e permetterebbe alle imprese dei settori non elettrificabili di non perdere gli investimenti fatti per la decarbonizzazione progressiva dei processi“. Il presidente di Confindustria Ceramica, poi chiede un’importante riforma del meccanismo degli ETS: “Dopo anni di applicazione il sistema europeo mostra la sua inefficacia in termini ambientali. Soprattutto l’extra costo che esso carica sulle produzioni europee non è oggi compatibile con il mutato scenario energetico. È urgente la sospensione del sistema ed una sua radicale riforma”. Sugli extra costi energetici ed il loro impatto su famiglie ed imprese, Savorani aggiunge: “Come settori energy intensive abbiamo lavorato con Confindustria ed ABI per proporre al Governo misure di moratoria sui mutui e più decisi interventi per il sostegno alla liquidità, analoghi a quelli adottati per far fronte alla pandemia, di cui auspichiamo una rapida attuazione”.
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